Vvxxii (Fosd Byzaw Macx)
Vvxxii (Fosd Byzaw Macx)
RITROVAMENTO N°1:
Fosd Byzaw Macx
2021 / Epoxy resin and spray / 145 x 50 x 35 cm
(Following the artist’s original vision, for the time being the texts are only available in italian)
“Nessun prato è più nero di questo, nell’attraversarlo sento le sue erbe che come spine trafiggono la carne, sassi incastrarsi fra le appendici, dolore capace di trasformarsi in pura gioia o esistenza dannata. Le visioni non abbandonano questa mente, fischiano, mi lasciano intrappolato nel mio stato di morte sospesa, incapace di potermi muovere autonomamente. Ogni arto si sospinge al comando del totem, ogni sua incomprensibile volontà diventa legge, ogni mutazione imposta a questo corpo si manifesta sospingendo la materia fuori da me, come grandi sacche piene di vita pulsante, al loro scoppio di me non resterà che concime per questo prato.
Come ti incontrai, dinanzi a te altri corpi giacevano oramai irriconoscibili, le loro interiora riverse in tragiche pose ricche di fluidi color della terra. Brividi di terrore mi scossero al punto di fuggire persino dalla mia ostinata curiosità, ma come resistere al dolce richiamo della tua voce. Adesso questa detona fra i miei pensieri, ma in quel momento suonava calda come l’abbraccio di una madre, una madre che sento di conoscere da sempre ma il cui volto pareva differente, non apparteneva alla mia specie. Quel pensiero mi costrinse a dover indagare di più, dovevo osservare meglio il volto di quella creatura così confortevole. La conoscevo, è morta così tanto tempo fa, perché adesso dimora nel totem, da dove arriva quel totem, perché mi sto avvicinando senza esitare.Non ricordo di averti mai visto, monolitico, dalla superficie lucida appena per comprendere la tua presenza nello spazio. Il nulla vuole inghiottire questo luogo, ed io come un idiota ho permesso che ciò accadesse. Oppure voglio solo dare una spiegazione per questa imminente fine. Eccomi, racchiuso in me come un feto, ricoperto da spessa membrana opaca, che piano piano affondo nel terreno erboso. Mi sento stringere, comprimere al punto che pensare diventa difficile, ma adesso vedo.. vedo.. vedo..vedo gallerie che si dipanano, piene di neri fluidi che scorrono lontani fino a raggiungere altri totem. Mi sembra di osservare il mondo come se il terreno non esistesse, notando solo ciò che vive in esso. No, non può essere, sto subendo alterazioni indicibili per questa tremenda compressione, non sto realmente osservando ma nel mentre continuo a scendere e tutto si muove intorno a me scorre assorbe divora comprime lacera osserva con occhi di tenebra e artigli protesi verso il cielo. Oh madre, se sapessi quanto dolore è nato dalla tua morte, quanto soffrono i tuoi ultimi figli rinnegati, la memoria affiora solo quando l’energia vitale sta per lasciare i nostri corpi. Il desiderio ci ha resi folli, solo le creature che vivono permeando la realtà possono sopravvivere, è nostro destino lasciare che queste carni nutrano la terra”
Queste parole affiorarono dalla roccia, ritrovate in una bolla dai nostri scout. L’oggetto denominato come “Fosd Byzaw Macx” non sembra minacciare la nostra presenza come accadde al proprietario di questo racconto, probabilmente è inattivo, o morto, non è possibile comprendere con questi mezzi la vera natura dell’oggetto. Da tempo arrivano segnalazioni di altre apparizioni simili, nessun’altra sembra portare con sé testimonianze come la nostra. Ogni oggetto, seppur vario nella sua forma, appare immobile. Non vorrei diffidare di ciò che non mi sta minacciando realmente, ma ogni volta che mi ci avvicino sento come se dovessi crollare da un momento all’altro, probabilmente sono solo suggestionato da quel racconto.